Teorie del complotto e psicologia

Sul sito The Inquisitive Mind un lungo articolo di Bruno Gabriel Salvador Casara analizza le teorie del complotto secondo le ultime ricerche psicologiche e sociali – al termine c’è una corposa bibliografia.

Un recente approccio evoluzionista (…) ha teorizzato come la propensione alle credenze complottiste sia il risultato di due potenziali processi di selezione naturale. In base al primo processo, la propensione verso le credenze complottiste non è altro che un sottoprodotto di altri meccanismi psicologici che si sono sviluppati nel corso della storia della nostra specie, perché comportavano un vantaggio evolutivo. In effetti, l’evoluzione ha fornito agli esseri umani enormi capacità di ragionamento, pensiero e comunicazione. In particolare, ci sono alcuni processi cognitivi che possono avere dato origine, come “effetto collaterale”, alla tendenza universale nel credere nei complotti. Tra questi vi sono la capacità di individuare (o creare) dei pattern (…), di riconoscere e attribuire agentività (…) e di gestire le minacce (…).

L’altra ipotesi evoluzionista, al contrario, attribuisce un ruolo adattivo anche alle credenze complottiste: bisogna considerare che i processi evolutivi hanno avuto (e stanno avendo) luogo nel corso di milioni di anni e che per buona parte della sua esistenza l’essere umano ha vissuto in piccole società tribali di cacciatori-raccoglitori. In queste società le coalizioni ostili (di fatto dei complotti) erano frequenti e pericolose per la sopravvivenza di coloro che non erano in grado di riconoscerle

Tutte le persone hanno potenzialità e limiti quando si tratta di ragionare. Le nostre capacità di ragionamento sono lontane dalla perfezione e ci ritroviamo spesso a saltare alle conclusioni, attribuire caratteristiche alle persone sulla base di stereotipi e a svolgere molte delle nostre azioni quotidiane sovrappensiero. Il premio Nobel Kahneman, insieme a Tversky (1974), ha ipotizzato che questo sia dovuto a due diversi sistemi cognitivi presenti in ogni essere umano, il primo sistema (Sistema 1) sarebbe intuitivo, emotivo, rapido e superficiale, mentre il secondo (Sistema 2) sarebbe analitico, freddo, lento e profondo. L’adesione ai complotti sembra essere dovuta proprio all’utilizzo del sistema intuitivo, del resto spesso le credenze nei complotti sono in linea con la propria ideologia politica e con la conferma di precedenti opinioni o con uno stato di ansia

Citazioni da “Teorie del complotto. Cosa può dirci la psicologia?”

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